Gli spazi confinati rappresentano una delle sfide più critiche per la sicurezza sul lavoro in Italia. Ogni anno, purtroppo, si registrano ancora incidenti gravi e mortali in questi ambienti ad alto rischio. La buona notizia è che con l’entrata in vigore della norma UNI 11958:2024 e del nuovo Accordo Stato Regioni 2025, il quadro normativo italiano è ora più completo e chiaro che mai.
In questa guida aggiornata scoprirai cos’è uno spazio confinato, quali sono gli obblighi previsti dal DPR 177/2011, come identificare e classificare questi ambienti, quali DPI utilizzare e come gestire la formazione del personale.
Cosa si intende per spazio confinato?
Finalmente, con la pubblicazione della UNI 11958:2024, l’Italia dispone di una definizione ufficiale di spazio confinato. Secondo la norma, un ambiente confinato e/o sospetto di inquinamento è uno:
“Spazio circoscritto non progettato e costruito per la presenza continuativa di un lavoratore, ma di dimensioni tali da consentirne l’ingresso e lo svolgimento del lavoro assegnato, caratterizzato da vie di ingresso o uscita limitate e/o difficoltose, con possibile ventilazione sfavorevole, all’interno del quale non è possibile escludere la presenza o lo sviluppo di condizioni pericolose per la salute e la sicurezza dei lavoratori.”
È importante sottolineare che i termini “ambiente confinato” e “spazio confinato” sono considerati sinonimi dalla normativa vigente.
Caratteristiche principali degli spazi confinati
Gli ambienti confinati presentano alcune caratteristiche comuni che li rendono particolarmente pericolosi:
- Accessi e uscite di dimensioni limitate o difficoltose
- Ventilazione naturale sfavorevole o assente
- Possibile presenza di agenti chimici, fisici o biologici pericolosi
- Rischio di asfissia per carenza di ossigeno o accumulo di gas tossici
- Non progettati per l’occupazione permanente da parte di persone

Quali sono i lavori in spazi confinati?
I lavori in spazi confinati comprendono un’ampia gamma di attività svolte in ambienti limitati e potenzialmente pericolosi. Secondo il D.Lgs. 81/2008 e il DPR 177/2011, gli esempi tipici includono:
- Serbatoi e cisterne (atmosferici, interrati, di processo)
- Silos per stoccaggio di materiali sfusi
- Reti fognarie e pozzi neri
- Cunicoli, gallerie e tubazioni
- Fosse biologiche e vasche di trattamento
- Camini e caldaie
- Recipienti e reattori industriali
- Celle frigorifere e camere ad atmosfera controllata
Le attività più comuni svolte in questi ambienti includono: manutenzione, riparazione, ispezione, pulizia, verniciatura e installazione di dispositivi tecnologici.
Come riconoscere uno spazio confinato?
Identificare correttamente uno spazio confinato è il primo passo fondamentale per garantire la sicurezza dei lavoratori. La UNI 11958:2024 fornisce criteri precisi per la classificazione e il censimento di questi ambienti.
Domande chiave per l’identificazione
Per determinare se un ambiente è classificabile come spazio confinato, è necessario porsi alcune domande:
- L’ambiente ha una configurazione tale da costituire un pericolo di intrappolamento o asfissia?
- L’ambiente possiede o potrebbe possedere un’atmosfera pericolosa?
- Sono presenti materiali che potrebbero intrappolare o seppellire gli occupanti?
- Esistono altri pericoli significativi per la salute o la sicurezza?
È fondamentale ricordare che la pericolosità di uno spazio confinato può variare nel tempo, anche rapidamente, a causa di reazioni chimico-fisiche o modifiche alle attività svolte. Per questo motivo, la valutazione dei rischi deve essere aggiornata ogniqualvolta si verifichino cambiamenti nell’uso, nel contenuto o nella configurazione dell’ambiente.
La normativa italiana sugli spazi confinati: DPR 177/2011 e UNI 11958
Il quadro normativo italiano per i lavori in spazi confinati si basa principalmente su tre pilastri: il D.Lgs. 81/2008(Testo Unico sulla Sicurezza), il DPR 177/2011 e la norma UNI 11958:2024.
Cosa prevede il D.Lgs. 81/2008
Il Testo Unico sulla Sicurezza affronta gli spazi confinati in diversi articoli:
- Art. 66 – Lavori in ambienti sospetti di inquinamento
- Art. 121 – Presenza di gas negli scavi
- Allegato IV, punto 3 – Requisiti per vasche, canalizzazioni, tubazioni, serbatoi e silos
Il DPR 177/2011: requisiti per le imprese
Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 177 del 2011 definisce i requisiti che imprese e lavoratori autonomi devono possedere per operare in ambienti sospetti di inquinamento o confinati:
- Informazione, formazione e addestramento specifici per tutti i lavoratori coinvolti, incluso il datore di lavoro
- Dotazione di idonei DPI e attrezzature di sicurezza
- Presenza di personale esperto in numero non inferiore al 30% della forza lavoro, con esperienza almeno triennale
- Individuazione di un rappresentante del datore di lavoro committente con adeguate competenze
- Informazione preventiva di tutti i lavoratori sui rischi presenti
La norma UNI 11958:2024: le novità
Entrata in vigore il 14 novembre 2024, la norma UNI 11958 rappresenta un punto di svolta nella regolamentazione degli spazi confinati in Italia. Per la prima volta viene fornita una definizione ufficiale e vengono stabiliti criteri chiari per:
- La classificazione e il censimento degli ambienti
- L’identificazione dei pericoli e la valutazione dei rischi
- L’elaborazione delle procedure operative e di emergenza
- La scelta delle attrezzature di lavoro e della strumentazione
- I requisiti per i DPI e DPC
Quali sono i requisiti minimi per l’accesso in spazi confinati?
L’accesso agli spazi confinati è subordinato al rispetto di una serie di requisiti imprescindibili, sanciti dalla normativa vigente.
Valutazione dei rischi e DVR
Prima di qualsiasi accesso, il datore di lavoro deve effettuare una valutazione specifica dei rischi, da integrare nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) aziendale. Questa valutazione deve considerare tutti i potenziali pericoli, inclusi quelli atmosferici, chimici, fisici e biologici.
Procedura di sicurezza e permesso di lavoro
Deve essere predisposta una procedura di lavoro specifica che includa le fasi di lavoro, i rischi associati e le misure di prevenzione. È inoltre obbligatorio un permesso di lavoro che assicuri il corretto svolgimento delle attività preliminari all’accesso.
Chi deve fare il corso per gli spazi confinati?
Con l’entrata in vigore del nuovo Accordo Stato Regioni del 17 aprile 2025 (in vigore dal 24 maggio 2025), sono stati finalmente definiti in modo chiaro i requisiti formativi per chi opera in spazi confinati.
Soggetti obbligati alla formazione
La formazione è obbligatoria per:
- Lavoratori che accedono fisicamente agli spazi confinati
- Datori di lavoro che operano direttamente in questi ambienti
- Lavoratori autonomi che svolgono attività in ambienti confinati
- Preposti che sovrintendono alle attività
Durata e contenuti del corso
Il corso di formazione prevede:
- Durata: 12 ore complessive (4 ore di modulo giuridico-tecnico + 8 ore di parte pratica)
- Modalità: Solo in presenza fisica (non ammessa la formazione a distanza)
- Aggiornamento: 4 ore ogni 5 anni (parte pratica)
- Rapporto istruttore/allievi: massimo 1 a 6 per le esercitazioni pratiche
Quali DPI è opportuno utilizzare negli spazi confinati?
La scelta dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) per gli spazi confinati deve essere effettuata in base alla valutazione dei rischi specifica. Tuttavia, esistono alcune categorie di DPI fondamentali.
DPI e attrezzature essenziali
- Imbracature di sicurezza: necessarie per la discesa, risalita e recupero di emergenza
- Dispositivi di ancoraggio: tripodi, bracci gru e sistemi per fissare i DPI anticaduta
- Protezione delle vie respiratorie: maschere con filtro, respiratori isolanti o autorespiratori
- Rilevatori di gas (Gas Alert): per monitorare ossigeno, gas tossici e infiammabili
- Abbigliamento protettivo: tute, guanti, stivali e elmetti di sicurezza
- Sistemi di comunicazione: per mantenere il contatto con il personale esterno
- Dispositivi di recupero: verricelli, paranchini e barelle per l’evacuazione
Tutti i DPI devono essere di III categoria (protezione da rischi gravi o mortali), dotati di marcatura CE e regolarmente sottoposti a manutenzione e ispezione periodica.
Sanzioni per la mancata conformità
Le violazioni delle disposizioni sugli spazi confinati comportano sanzioni severe. Il datore di lavoro o dirigente che consenta l’accesso senza aver accertato la sicurezza dell’ambiente, in violazione dell’art. 66 del D.Lgs. 81/2008, è punito con l’arresto da tre a sei mesi o con un’ammenda da 3.559,60 a 9.112,57 euro.
Inoltre, con il sistema della patente a crediti in edilizia, l’omessa formazione dei lavoratori che operano in ambienti confinati comporta la decurtazione di 1 credito. Per evitare situazioni critiche, è fondamentale implementare un sistema di gestione dei near miss che consenta di identificare i mancati incidenti prima che si trasformino in infortuni reali.
Gestire la sicurezza negli spazi confinati con strumenti digitali
La complessità della gestione documentale e procedurale legata agli spazi confinati richiede oggi strumenti avanzati. La digitalizzazione dei permessi di lavoro, la verifica dell’idoneità tecnico professionale dei fornitori e il monitoraggio della formazione del personale sono attività che possono essere semplificate grazie a soluzioni software dedicate alla sicurezza sul lavoro.
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